Studio, ricerca e perfezionamento sul mondo delle Arti Marziali e del Combattimento
"ARTE": nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
"MARZIALE": relativo a Marte, dio della Guerra; tutto ciò che riguarda la guerra.



Per info sulle lezioni in gruppo e per lezioni private potete contattarmi al numero
3489295590

o tramite e-mail:
zambellilorenzo@yahoo.it

Dove siamo?

giovedì 30 gennaio 2014

Combattimento

Il Monaco Guerriero mentre fronteggia il nemico, in uno stato di totale presenza, fermo nel suo Centro, la mente immobile, le emozioni assenti, il corpo in equilibrio, il respiro sotto controllo, l’attenzione orientata all’interno non meno che all’esterno... a un certo punto accade qualcosa: vede che l’avversario che si muove dentro di lui, è solo un prodotto della sua psiche, l’estensione d’una zona sconosciuta della sua anima. Diviene così consapevole che gli eventi non accadono a lui, bensì dentro di lui. 
Questo è il risveglio interiore del Guerriero dello Spirito e a ogni nuova battaglia tale risveglio può accadere. (Salvatore Brizzi)

lunedì 20 gennaio 2014

Essere guerrieri…Cosa significa?

Mi permetto di copiare un Post scritto dal mio Maestro Valerio Zadra qualche mese fa.


Probabilmente appartengo al passato, anzi, sicuramente appartengo ad un passato oramai scomparso. Non lo nego, mi sento un dinosauro. A volte parlo con i miei allievi, sforzandomi di mostrare loro una strada da seguire, cercando di far comprendere qual è il mio ideale di guerriero. Cercando di mostrare quanto è diverso da tutto ciò che loro hanno sempre identificato con il guerriero.

E’ qualche anno che appartengo al popolo di Facebook, sono iscritto a svariati gruppi che trattano le arti marziali e ho un sacco di “amicizie” tra praticanti, maestri ed agonisti che fanno sport da combattimento eppure mi sento cosi solo e così lontano da loro. Ciò che vedo loro pubblicare in bacheca o sui loro diari spesso mi manda in depressione. Quello che penso e cerco di realizzare mi pare assolutamente distante da quello che fanno e predicano. Mi sconvolge la passione fascistoide, di estrema destra, per il culto del boxer, del fighter risoluto che combatte e si fa spaccare sul ring per pochi soldi, molto spesso gratis…. Mi sconvolge come si cerchi di far passare per un valore portante della vita e tratto distintivo del “vero uomo” mostrare al mondo il proprio coraggio ed il proprio valore, massacrando o facendosi massacrare da qualcuno che non si conosce, senza nessuna ragione, su di un ring. Io non ci vedo nulla di eroico e molto di triste.

Si confondono e si mescolano sistemi valoriali diversi fra di loro. Nulla di male nell’agonismo, come dice anche un mio amico, è un inevitabile incidente di percorso. L’ho fatto anche io e ne sono orgoglioso; nutro anche moltissima stima per atleti che si sottopongono ad allenamenti estenuanti per poi potersi misurare vittoriosi sul ring.. L’errore è solo di concetto; consiste nel mescolare le carte, nel renderlo l’unica ragione di vita e di pratica di un arte marziale.

Guerrieri non sono soltanto coloro che hanno il coraggio di salire su di un ring e massacrarsi di botte. Non è necessario provare chi dei due è più forte per sentirsi uomini e guerrieri. Come esperienza di vita ci può anche stare, ripeto, l’ho fatto anche io e non è che me ne vergogno, ma non limitiamo la nostra mente ad interpretare la figura del guerriero solamente in quel modo.

Eroe e guerriero per me sono altre tipologie di persone; lo è uno come Gandhi oppure altra guerriera formidabile, Aung San Su Ky in Birmania, eroi e guerrieri sono migliaia di persone che non hanno mai calcato un ring e non hanno mai indossato un paio di guantoni, ma quotidianamente si spendono per salvare vite umane rischiando la loro. Guerrieri sono anche uomini e donne che sopportano stoicamente sacrifici disumani per garantire un futuro ai figli.

Alcuni poi esaltano la figura del combattente opponendola a quella dei deboli filosofi ed intellettuali, presentati come dei debosciati, dimenticando che fin dal passato ci sono state figure di filosofi che sapevano essere all’occorrenza autentiche macchine da combattimento. Socrate, Platone, Aristotele, Senofonte e moltissimi altri per arrivare ad artisti come Michelangelo e Caravaggio erano persone di cultura straordinaria ed enciclopedica che combattevano spietati come autentici terminator in battaglia o in duello. Basta leggere la loro vita per capire quale livello di maestria avevano anche come combattenti.

La pratica di uno sport da combattimento o di un’arte marziale non sono in opposizione con la cultura ed io sono qui per cercare di testimoniarlo di persona. Per salire su di un ring o combattere non bisogna essere per forza persone rozze ed ignoranti. Io la chiamo Sindrome di Tarzan….Tarzan, l’uomo scimmia di Egdar Rice Borrougs, stava benissimo in mezzo alla giungla e sapeva sopravvivere ed adattarsi perfettamente ad ogni avversità, ma una volta divenuto Lord Greystoke, con la stessa naturalezza poteva citare frasi in latino, danzare il Valzer, consigliare il vino migliore per la portata, essere un perfetto e squisito gentleman, salvo poi dormire sul pavimento o correre ad arrampicarsi su di una pianta. Uso questo esempio per far comprendere come le due cose, disciplina marziale e cultura non solo possano convivere bene assieme, ma dovrebbero viaggiare sempre assieme.

Invece spesso inciampo in post fascisti in cui vi è l’esaltazione mistica del boxer thai o di MMA, immancabilmente coperto di sangue che però non si arrende, con volto truce e cattivo che inneggia al coraggio e ad una sua presunta supremazia morale solo perché lui fa quelle cose li. Post dove si esalta la figura di Mussolini che da le case agli italiani, dimenticando gli stermini di massa compiuti da noi italiani in Africa e le sciagure della guerra con milioni di morti, lutti e povertà. Tutte belle cose in cui ci ha scaraventato questo imbecille, ma opportunamente non menzionate.

Altri post paragonano Occhipinti e Carlo Giuliani come l’eroe e l’antieroe, mescolando situazioni assolutamente diverse. Occhipinti non era un eroe, ma un sicario prezzolato che veniva profumatamente pagato dalle multinazionali del petrolio affinché proteggesse i loro interessi. Se fai il mercenario e ti va male, sai che fare una brutta fine è inevitabile, sei pagato anche per rischiare. Non sei morto per salvare vite innocenti. Ma siccome questo contractors ha detto che fa vedere a tutti come muore un italiano, allora diventa subito un eroe da esaltare. Basta stronzate per favore….fatico a sopportare oltre….anzi, non ce la faccio proprio più… Giuliani ha sbagliato, io non lo voglio difendere, ma non mescolate tra di loro cose che non centrano un cavolo. Il guaio poi è che, se tu critichi una cosa, automaticamente devi essere dalla parte opposta e dunque uno sporco comunista…Uno non è libero di essere contro entrambi i punti di vista…

Vedo ancora post dove vecchi rincoglioniti, ex paracadutisti novantenni, affermano che se fossero più giovani, andrebbero a liberare con un raid i marinai italiani in India. Dimenticando che l’India è potenza nucleare ed ha Forze Speciali anche meglio addestrate delle nostre, questi cretini non esiterebbero un istante a far tranquillamente scoppiare una guerra tra Italia e India per due marinai, come se noi poi fossimo pure in grado di vincerla. La pulce che dichiara guerra all’elefante. E stormi di persone, amici Facebook, pubblicano queste stronzate infinite senza vergogna alcuna, ma anzi con orgoglio patriottico, inconsapevoli della follia totale di queste farneticazioni deliranti. Non c’è nulla da fare, la pazzia dilaga ed è incontenibile, quel che è peggio, pare essere pure contagiosa.

Rimango basito, sconvolto e incredulo. Per me che conosco la storia discretamente, sono tutti colpi allo stomaco. Facebook mi restituisce in una cornice, in una vetrina visibile, tutto il delirio, l’alienazione e l’ignoranza abissale dell’italiano medio, abituato a ragionare con la pancia e che ha rinunciato al suo cervello….

Guerriero significa innanzitutto equilibrio, centratura, equidistanza dagli estremi, capacità di analisi ma anche generosità e altruismo. Ragione e passione, cultura e disciplina, che si fondono ed agiscono sinergicamente per aiutarci a conoscere meglio noi stessi e per metterci al servizio degli altri. Tutti noi abbiamo limiti e debolezze, punti di forza e fragilità. Guerriero è colui che sa riconoscere tutte queste tensioni dentro di se. Perfettamente consapevole di queste cose, con modestia ed umiltà, lavora per migliorarsi costantemente, riconoscendo i propri errori e cercando di imparare da essi. Il guerriero cui mi riferisco io, si adopera sempre per la pace, mai per la guerra. Se serve l'azione sa essere efficace e risoluto, ma farà tutto il possibile per evitarla.

So che questo scritto forse darà fastidio a molti amici Facebook, però ogni tanto anche io avverto il desiderio di far sapere esattamente come la penso e spero che, anche se non condividete le mie opinioni, quantomeno ne apprezziate la schiettezza e la sincerità.