Studio, ricerca e perfezionamento sul mondo delle Arti Marziali e del Combattimento
"ARTE": nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
"MARZIALE": relativo a Marte, dio della Guerra; tutto ciò che riguarda la guerra.



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domenica 19 marzo 2017

venerdì 24 febbraio 2017

L'importanza dello sparring


Silat Suffian Bela Diri - Seminario con Carlo Andreis

Dopo il seminario di Bologna tenuto da Maul Mornie abbiamo continuato a ripassare, studiare e applicare parecchi dei principi appresi durante quella giornata. Abbiamo notato come questi si integrassero perfettamente con il nostro metodo e con gli stili che già praticavamo e mescolavamo; per cui, vista l'opportunità presentataci da Carlo Andreis, abbiamo colto l'occasione di partecipare a questi due giorni di allenamento a Desenzano.

Nel pomeriggio di sabato e nella mattina di domenica, abbiamo appreso nuovi concetti, studiato nuovi movimenti e lavorato assieme. Un totale di 10 ore che ci ha avvicinato ulteriormente a quest'Arte.
Dovendo "tener testa" a persone provenienti da Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento, sistemi di combattimento e difesa personale c'era bisogno di uniformare il tutto e concretizzarlo coinvolgendo, affiatando e motivando gli allievi. In questo Carlo è stato molto competente: l'organizzazione dei 2 giorni è stata proficua e intensa.
L'iniziale studio dei fondamentali ci ha portato via via a scoprire parecchie applicazioni arrivando a praticare tecniche più complesse avendo sempre in testa il concetto che tutto nasce e si evolve grazie ai principi che regolano l'Arte e ovviamente, Carlo non perdeva occasione per ricordarcelo.

Machete, coltello, bastone corto e mani nude, le meccaniche del movimento sono sempre le stesse e questa, assieme ai principi e ai dettagli, è una fondamentale e ottima caratteristica del SSBD.

Ci siamo soffermati anche sui dettagli.
Come spiegavo in uno degli scorsi post, i dettagli sono una delle caratteristiche fondamentali dei sistemi di combattimento e spesso sono proprio loro che fanno la differenza tra la vita e la morte.
Anche in questo caso la competenza di Carlo e dei suoi anni di studio ci ha dato modo di comprendere questo ultimo concetto.

Come avrete ormai capito, il SSBD ci è piaciuto molto ed avremo modo di approfondirlo in futuro.
Per il momento ringraziamo ancora Carlo Andreis, Maul Mornie ed i suoi istruttori per averci permesso di far parte del loro gruppo di studio.





mercoledì 22 febbraio 2017

lunedì 6 febbraio 2017

Panantukan - Seminario con Matteo Fazion

Ieri 06 Febbraio 2017 Nicola, Roberto ed io siamo stati ad Asparetto di Cerea in provincia di Verona presso la palestra Hakuindojo (https://it-it.facebook.com/hakuindojo/) per partecipare al seminario di Panantukan tenuto dall'Istruttore Matteo Fazion.

Il Panantukan deriva dal Kali filippino e comprende tutto il ventaglio di tecniche che riguardano il combattimento a mani nude. I movimenti ed i principi che regolano il Panantukan sono identici a quelli che regolano il combattimento armato con i coltelli o con i bastoni.
Per questo motivo il praticante non ha un eccessivo numero di tecniche e concetti da interiorizzare.

Altra cosa che abbiamo notato è l'estrema facilità con cui riusciamo a controllare il corpo dell'avversario sfruttando le leve articolari durante le deviazioni e le parate.
Nella corta e cortissima distanza risulta molto efficace, i movimenti sono diretti e naturali senza soluzione di continuità, permette di passare dallo striking al grappling con facilità e immediatezza.

Matteo è una persona molto competente ed abbiamo passato 3 ore filate praticando tecniche nuove e qualcosina di già visto ma che valeva la pena ripassare.

Grazie a Matteo e alla Ster Kali.


giovedì 26 gennaio 2017

L'allenamento a casa

Lo dicono tutti i Maestri/insegnanti/istruttori, lo vediamo nei video, lo troviamo scritto ovunque, sulle riviste, sui blog: "l'allenamento a casa sta alla base dell'eccellenza nelle Arti Marziali"; e proprio questo spaventa la maggior parte dei praticanti.
La causa principale di questa emozione infondata, come accade anche con la paura, è l'ignoranza del praticante o meglio, la non professionalità dell'istruttore/maestro/insegnante di turno che non spiega appieno come praticare a casa.

Quando l'allievo viene spronato ad impegnarsi anche a casa, spesso capisce che deve affrontare un allenamento della stessa intensità di quello svolto in palestra che richiede tempo e sacrificio: riscaldamento, preparazione fisica, stretching, studio delle tecniche, combinazioni al sacco, a vuoto poi doccia, ecc ecc. ed il problema sta proprio qui, come nella maggior parte dei problemi, alla base di tutto: all'allievo non viene spiegato come svolgere l'allenamento a casa.

Qualche anno fa avevo la passione del biliardo e del ping pong. Passavo i pomeriggi dopo scuola con gli amici ai tavoli di questi due giochi. Notavamo come gli errori erano causa di sconfitta. Si certo, anche la bravura dell'avversario era importante, ma spesso capitava che la palla da biliardo finiva sotto la sponda o la schiacciata del ping pong era particolarmente bassa. In questo caso la bravura dell'avversario importava poco. Quello che ci faceva vincere era soprattutto la nostra bravura nel non sbagliare.
Notavamo anche che più giocavamo e più imparavamo a dosare la forza della stecca da biliardo o ad angolare la racchetta da ping pong per creare effetti alla palla. Tutto questo ci portava ad essere più sicuri e soddisfatti di noi stessi: stavamo migliorando e ci piaceva, ne eravamo orgogliosi.

Se ci pensiamo bene però non era una novità: ce lo insegnavano già a scuola alle elementari, quando la maestra ci faceva ricoprire le pagine dei quaderni con interminabili righe di singole vocali e consonanti. Per imparare qualcosa l'uomo ha solo una possibilità: ripetere, ripetere e ripetere.
Non c'è via di scampo o possibilità. L'unico modo per far proprio un movimento è quello di ripeterlo un'infinità di volte. Abbiamo utilizzato lo stesso procedimento quando per la prima volta ci siamo seduti sul sedile del conducente e ci hanno spiegato come cambiare le marce. I primi movimenti erano goffi, lenti e richiedevano concentrazione. A distanza di anni, lo facciamo chiacchierando, ascoltando la musica e guardando il paesaggio.
Perchè? Semplicemente perchè l'abbiamo ripetuto talmente tante volte che ormai abbiamo interiorizzato il movimento.

Nelle Arti Marziali il procedimento è lo stesso. Quando impariamo una singola tecnica dobbiamo per prima cosa provarla, studiarla, ragionarci e capirla. E questo è il lavoro da fare in palestra. Con l'insegnante/maestro/istruttore che ci osserva e ci corregge. Per prima cosa la si prova singolarmente o in coppia a seconda dei casi, in modo da eseguire i movimenti principali associandone i principi fondamentali (posizione, struttura, forma, ecc).
Con l'aiuto del compagno si cerca di sistemare "il grosso" chiedendo un riscontro sull'efficacia dell'esecuzione.
L'insegnante/maestro/istruttore ha il compito di correggere in modo completo l'allievo in modo che la tecnica venga eseguita alla perfezione, ovviamente nei limiti delle possibilità tecniche dell'allievo (se ad esempio l'allievo è alle prime armi, l'insegnante/maestro/istruttore non può correggerlo in tutto e per tutto, rischierebbe di mettere troppa carne al fuoco facendo perdere la concentrazione all'allievo sulle prime correzioni). In questo caso l'insegnante/maestro/istruttore ricopre un ruolo fondamentale, quello cioè di "punto di vista esterno" cioè un osservatore che riesce a valutare nel complesso l'esecuzione della tecnica. Nel caso in cui l'insegnante/maestro/istruttore sia "costretto" ad eseguire la tecnica con un allievo (potrebbe mancare ad esempio un allievo per formare le coppie esatte) non riuscirà a verificare l'esatta esecuzione della tecnica perchè è egli stesso parte della tecnica. Ma tutto questo lo vedremo in un altro post.

Detto ciò arriviamo al nocciolo della questione: l'allenamento a casa.

Abbiamo detto all'inizio che il segreto è la ripetizione costante dell'esercizio, nel nostro caso della tecnica. Quello che dobbiamo fare quindi, per raggiungere l'eccellenza dell'Arte, è ripetere costantemente.
Ma come, quando e dove?
Bastano 5/10 minuti al giorno, prima di andare a letto la sera, appena alzati la mattina, in pausa pranzo o prima di entrare in doccia.
L'importante è focalizzarsi su di una singola tecnica o gruppo di tecniche semplici, ripeterle per quei 5/10 minuti e, cosa ancora più importante, restare concentrati e "presenti" sui movimenti che eseguiamo.
Possiamo ad esempio decidere di ripassare una serie di "tecniche semplici" come i concatenamenti di pugni: utilizzeremo quei 5/10 minuti concatenando nella stessa sequenza tutti i pugni del nostro programma o, parte di essi.
Dobbiamo però evitare di eseguirli alla massima potenza perchè in questo modo non saremmo concentrati sull'esecuzione tecnica: dovremmo focalizzarci su ogni singolo movimento del corpo così che la tecnica venga eseguita alla perfezione e ci permetta di assimilarla al meglio.
Se vogliamo ripassare invece una tecnica più complessa (un disarmo, una tecnica combinata di contrattacco, ecc) dobbiamo utilizzare il tempo a disposizione per ripassare esclusivamente quella tecnica curandone ogni singolo passaggio ed immaginando di eseguirla con l'avversario davanti. Più utilizziamo l'immaginazione e meglio i movimenti si fisseranno nella nostra mente.
Anche nel caso dei pugni, utilizzare l'immaginazione per focalizzare un bersaglio aiuta ad eseguire la tecnica al meglio.

Ricollegandomi ad un mio vecchio post, capiamo come questo esercizio diventi una forma di meditazione. Ecco che il semplice ripasso delle tecniche oltre ad aiutarci sotto l'aspetto Marziale aumentando in noi la perfezione, ci fa crescere anche sotto l'aspetto Spirituale tramite la meditazione.
Dobbiamo sempre tenere presente che la differenza fra la vita e la morte in combattimento sta nella nostra preparazione e perfezione. Più siamo preparati e perfetti nell'esecuzione di ogni singola tecnica e meno possibilità diamo all'avversario di penetrare le nostre zone vitali.

Quando sentiamo la parola allenamento non dobbiamo spaventarci perchè l'allenamento a volte non richiede un sacrificio così grande. A volte basterebbe solo mettere da parte la pigrizia per 10 minuti al giorno ma forse è più difficile fare questo che 2 ore di corsa e di flessioni 2 volte alla settimana.