Studio, ricerca e perfezionamento sul mondo delle Arti Marziali e del Combattimento
"ARTE": nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
"MARZIALE": relativo a Marte, dio della Guerra; tutto ciò che riguarda la guerra.



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giovedì 26 gennaio 2017

L'allenamento a casa

Lo dicono tutti i Maestri/insegnanti/istruttori, lo vediamo nei video, lo troviamo scritto ovunque, sulle riviste, sui blog: "l'allenamento a casa sta alla base dell'eccellenza nelle Arti Marziali"; e proprio questo spaventa la maggior parte dei praticanti.
La causa principale di questa emozione infondata, come accade anche con la paura, è l'ignoranza del praticante o meglio, la non professionalità dell'istruttore/maestro/insegnante di turno che non spiega appieno come praticare a casa.

Quando l'allievo viene spronato ad impegnarsi anche a casa, spesso capisce che deve affrontare un allenamento della stessa intensità di quello svolto in palestra che richiede tempo e sacrificio: riscaldamento, preparazione fisica, stretching, studio delle tecniche, combinazioni al sacco, a vuoto poi doccia, ecc ecc. ed il problema sta proprio qui, come nella maggior parte dei problemi, alla base di tutto: all'allievo non viene spiegato come svolgere l'allenamento a casa.

Qualche anno fa avevo la passione del biliardo e del ping pong. Passavo i pomeriggi dopo scuola con gli amici ai tavoli di questi due giochi. Notavamo come gli errori erano causa di sconfitta. Si certo, anche la bravura dell'avversario era importante, ma spesso capitava che la palla da biliardo finiva sotto la sponda o la schiacciata del ping pong era particolarmente bassa. In questo caso la bravura dell'avversario importava poco. Quello che ci faceva vincere era soprattutto la nostra bravura nel non sbagliare.
Notavamo anche che più giocavamo e più imparavamo a dosare la forza della stecca da biliardo o ad angolare la racchetta da ping pong per creare effetti alla palla. Tutto questo ci portava ad essere più sicuri e soddisfatti di noi stessi: stavamo migliorando e ci piaceva, ne eravamo orgogliosi.

Se ci pensiamo bene però non era una novità: ce lo insegnavano già a scuola alle elementari, quando la maestra ci faceva ricoprire le pagine dei quaderni con interminabili righe di singole vocali e consonanti. Per imparare qualcosa l'uomo ha solo una possibilità: ripetere, ripetere e ripetere.
Non c'è via di scampo o possibilità. L'unico modo per far proprio un movimento è quello di ripeterlo un'infinità di volte. Abbiamo utilizzato lo stesso procedimento quando per la prima volta ci siamo seduti sul sedile del conducente e ci hanno spiegato come cambiare le marce. I primi movimenti erano goffi, lenti e richiedevano concentrazione. A distanza di anni, lo facciamo chiacchierando, ascoltando la musica e guardando il paesaggio.
Perchè? Semplicemente perchè l'abbiamo ripetuto talmente tante volte che ormai abbiamo interiorizzato il movimento.

Nelle Arti Marziali il procedimento è lo stesso. Quando impariamo una singola tecnica dobbiamo per prima cosa provarla, studiarla, ragionarci e capirla. E questo è il lavoro da fare in palestra. Con l'insegnante/maestro/istruttore che ci osserva e ci corregge. Per prima cosa la si prova singolarmente o in coppia a seconda dei casi, in modo da eseguire i movimenti principali associandone i principi fondamentali (posizione, struttura, forma, ecc).
Con l'aiuto del compagno si cerca di sistemare "il grosso" chiedendo un riscontro sull'efficacia dell'esecuzione.
L'insegnante/maestro/istruttore ha il compito di correggere in modo completo l'allievo in modo che la tecnica venga eseguita alla perfezione, ovviamente nei limiti delle possibilità tecniche dell'allievo (se ad esempio l'allievo è alle prime armi, l'insegnante/maestro/istruttore non può correggerlo in tutto e per tutto, rischierebbe di mettere troppa carne al fuoco facendo perdere la concentrazione all'allievo sulle prime correzioni). In questo caso l'insegnante/maestro/istruttore ricopre un ruolo fondamentale, quello cioè di "punto di vista esterno" cioè un osservatore che riesce a valutare nel complesso l'esecuzione della tecnica. Nel caso in cui l'insegnante/maestro/istruttore sia "costretto" ad eseguire la tecnica con un allievo (potrebbe mancare ad esempio un allievo per formare le coppie esatte) non riuscirà a verificare l'esatta esecuzione della tecnica perchè è egli stesso parte della tecnica. Ma tutto questo lo vedremo in un altro post.

Detto ciò arriviamo al nocciolo della questione: l'allenamento a casa.

Abbiamo detto all'inizio che il segreto è la ripetizione costante dell'esercizio, nel nostro caso della tecnica. Quello che dobbiamo fare quindi, per raggiungere l'eccellenza dell'Arte, è ripetere costantemente.
Ma come, quando e dove?
Bastano 5/10 minuti al giorno, prima di andare a letto la sera, appena alzati la mattina, in pausa pranzo o prima di entrare in doccia.
L'importante è focalizzarsi su di una singola tecnica o gruppo di tecniche semplici, ripeterle per quei 5/10 minuti e, cosa ancora più importante, restare concentrati e "presenti" sui movimenti che eseguiamo.
Possiamo ad esempio decidere di ripassare una serie di "tecniche semplici" come i concatenamenti di pugni: utilizzeremo quei 5/10 minuti concatenando nella stessa sequenza tutti i pugni del nostro programma o, parte di essi.
Dobbiamo però evitare di eseguirli alla massima potenza perchè in questo modo non saremmo concentrati sull'esecuzione tecnica: dovremmo focalizzarci su ogni singolo movimento del corpo così che la tecnica venga eseguita alla perfezione e ci permetta di assimilarla al meglio.
Se vogliamo ripassare invece una tecnica più complessa (un disarmo, una tecnica combinata di contrattacco, ecc) dobbiamo utilizzare il tempo a disposizione per ripassare esclusivamente quella tecnica curandone ogni singolo passaggio ed immaginando di eseguirla con l'avversario davanti. Più utilizziamo l'immaginazione e meglio i movimenti si fisseranno nella nostra mente.
Anche nel caso dei pugni, utilizzare l'immaginazione per focalizzare un bersaglio aiuta ad eseguire la tecnica al meglio.

Ricollegandomi ad un mio vecchio post, capiamo come questo esercizio diventi una forma di meditazione. Ecco che il semplice ripasso delle tecniche oltre ad aiutarci sotto l'aspetto Marziale aumentando in noi la perfezione, ci fa crescere anche sotto l'aspetto Spirituale tramite la meditazione.
Dobbiamo sempre tenere presente che la differenza fra la vita e la morte in combattimento sta nella nostra preparazione e perfezione. Più siamo preparati e perfetti nell'esecuzione di ogni singola tecnica e meno possibilità diamo all'avversario di penetrare le nostre zone vitali.

Quando sentiamo la parola allenamento non dobbiamo spaventarci perchè l'allenamento a volte non richiede un sacrificio così grande. A volte basterebbe solo mettere da parte la pigrizia per 10 minuti al giorno ma forse è più difficile fare questo che 2 ore di corsa e di flessioni 2 volte alla settimana.