Studio, ricerca e perfezionamento sul mondo delle Arti Marziali e del Combattimento
"ARTE": nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
"MARZIALE": relativo a Marte, dio della Guerra; tutto ciò che riguarda la guerra.



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Dove siamo?

mercoledì 31 agosto 2016

Inizio lezioni nuova stagione

Dopo la pausa estiva i lupi riformano il branco.
Venerdì 02 settembre ripartono le lezioni. Finchè il tempo e la luce del sole ce lo permettono continueremo ad allenarci all'aperto. Dopo di che ci sposteremo nella "vecchia-rinnovata" palestra.

Buon allenamento a tutti

venerdì 12 agosto 2016

Amedeo e Gianni - Mae Mai Muay Thai - Combattimento finale

Combattimento libero alla fine dell'esame tenutosi il decimo ed ultimo giorno del corso estivo intensivo del Maestro Valerio Zadra a Zovencedo (Vicenza).
I due ragazzi con punteggi eccellenti hanno superato l'esame durato la bellezza di 5 ore filate e hanno conseguito il grado di cintura nera 1° Khandam della scuola Taran Devak.
Come potete notare nel video l'esame si svolge all'aperto in questo bellissimo scenario creato dalla vegetazione che avvolge le vecchie cave di pietra di Zovencedo. Con l'aiuto della pioggia che ha rinfrescato la giornata, i due ragazzi hanno dimostrato di avere grande capacità tecnica, forza, resistenza e determinazione.

Bravi ragazzi oggi avete dimostrato di essere proprio dei Lupi.

lunedì 8 agosto 2016

Il fine ultimo

Forse ne abbiamo già parlato su questo blog, ma ogni tanto quest'argomento salta fuori ed è bene ripassarlo.
Questa parola che spaventa la maggior parte delle persone, dovrebbe essere, per tutta la vita, la compagna di viaggio costante di ogni guerriero.
Stiamo parlando della Morte. Utilizzo la maiuscola perché questa parola merita rispetto.

Ogni cultura ha il suo modo di vedere e di affrontare tale traguardo. E voi vi chiederete “traguardo? Ma è impazzito?”. Da guerriero, posso solo dirvi che solo i guerrieri capiranno questo mio discorso, tutti gli altri continueranno a considerarmi pazzo.
Sappiamo benissimo che la Morte è l'unica cosa certa che ci accompagna per tutta la vita, per cui non ci resta che prepararci ad affrontarla per vivere quell'attimo al meglio. So che in un certo senso è una frase fatta, però mi sembra avere molto meno senso vivere questo fatto con tristezza e paura.
Mi sento di dire che questi due stati d'animo prendono il sopravvento nel momento in cui non siamo preparati, cioè quando abbiamo ancora “faccende in sospeso” il ché ci porta a scoprire che non abbiamo vissuto la nostra vita al meglio: non dovremo avere rimorsi perché quello che è stato fatto non si può cambiare, ma soprattutto non dovremo avere rimpianti perché abbiamo esaurito il tempo a nostra disposizione.

Come guerrieri appunto, passiamo gran parte della nostra vita ad allenarci e a prepararci ad affrontare un combattimento, uno scontro. Non lo sapremo mai fino alla fine, ma potrebbe essere che questo scontro sia l'ultimo della nostra vita perché dovremmo affrontare un avversario più forte di noi. Per questo possiamo dire che ci alleniamo costantemente per affrontare questo temibile avversario che non è altro che la Morte.
Lo incontriamo ogni volta che indossiamo i guantoni o che eseguiamo una tecnica con un nostro compagno e scopriamo che quella determinata concatenazione di movimenti è come una danza sacra che richiama la Morte. Sentiamo il brivido lungo la schiena quando ci immedesimiamo nella situazione di riceverla e capiamo le dinamiche che la sviluppano. Sappiamo che anche solo aumentando la pressione dello strangolamento, affondando di qualche centimetro in più il pugno o premendo nei punti giusti, per un istante non siamo più il guerriero che stava combattendo ma diventiamo noi stessi la Morte.
Per questo non dobbiamo averne paura, dobbiamo solamente averne rispetto. 

In tutte le culture del mondo “il cosa c'è dopo la Morte” viene rappresentato come una cosa bella o comunque migliore della situazione attuale in cui viviamo (lasciamo perdere l'inferno che è una cosa inventata solo per tenere a bada la gente con il terrore). Per cui, perché dovremmo avere paura di andare in posto migliore? Il problema sta ancora una volta nel capire bene la differenza tra materiale e spirituale. La nostra cultura occidentale purtroppo ci porta a pensare che le cose più importanti sono le cose materiali, mentre lo spirituale ha meno importanza. Per fortuna non è sempre stato così: le nostre culture antiche veneravano lo spirituale molto più di come facciamo noi adesso.
Tutto quello che ci circonda fa parte di noi e ci appartiene e in una società quasi esclusivamente materialista non si può far altro che dispiacersi per le cose che si abbandonano e che accumuliamo fino alla fine mentre teniamo in considerazione sempre meno quello che poi (forse) ci porteremo dietro: le nostre esperienze di vita, la conoscenza, la nostra mente ed il ricordo di noi, di quello che abbiamo fatto e lasciato agli altri.
Mi rendo sempre più conto che la maggior parte della gente si focalizza sempre sull'aspetto materiale anche in questo caso: è morto ma ha fondato una grande azienda, è morto ma ha lasciato una bella eredità economica ad ogni figlio, è morto ma ha creato un impero... Mentre le cose più importanti vengono lasciate in secondo piano: era un buon padre di famiglia, amava le persone, aiutava la gente...

Come i Samurai, i Vichinghi o i nativi americani, gli antichi guerrieri affrontavano la battaglia pronti alla morte, non la temevano e proprio per questo motivo spesso e volentieri erano più forti dei loro nemici. La paura non è nemica, la paura ci serve, fa parte di noi, dobbiamo solo sfruttarla a nostro vantaggio. Possiamo lasciare che prenda il sopravvento facendoci tremare le gambe e bloccando i nostri movimenti o possiamo decidere di utilizzarla per superare i nostri limiti facendo crescere il nostro coraggio. Possiamo lasciarla farci da freno o possiamo utilizzarla come propulsore per superare le nostre barriere mentali.

Sappiamo che la paura ci appartiene e sappiamo che la Morte ci appartiene. Quindi siamo “paura” e siamo “Morte”.
Non sappiamo quando il nostro inconscio le tirerà fuori, ma possiamo prepararci ad accoglierle nel migliore dei modi quando arriveranno.


Non so come sono stati gli ultimi suoi momenti di vita, non so come ha passato l'ultimo periodo o le sensazioni che ha provato ma voglio ricordarlo ed immaginarlo così.

Era un lupo.

Nessuno a prima vista gli avrebbe dato 5 lire: un piccolo uomo, magrolino, sempre con la battuta pronta e sempre sorridente ma era forte, tenace, rapido, determinato, instancabile e aggressivo.
Aveva più resistenza e fiato di tutti noi che eravamo più giovani di lui.
Per alcuni ha fatto da padre, per altri è stato un fratello, per altri ancora un amico.
Era testardo fino al midollo ma di una simpatia ed ironia uniche.
Per quel che mi riguarda mi ha dato moltissimo, sia per le Arti Marziali sia per la vita in generale, e penso di parlare a nome di tutti i suoi allievi più vecchi.
Sotto un certo punto di vista e contrariamente a quanti dicono o pensano, aveva una visione particolare delle Arti Marziali. La sua decisione di mantenersi staccato da federazioni e legami burocratici inutili, gli ha permesso di guadagnare una delle cose più importanti che dovrebbero darci le Arti Marziali: la libertà.

Forse stufo di quello che questo mondo poteva dargli o forse appagato da quello che aveva fatto, si è lasciato andare. Ha deciso di non combattere più.
L'espressione serena che ha seguito il suo ultimo respiro ha fatto sì che lo spirito abbia lasciato il corpo nel migliore dei modi, proprio come un grande guerriero dovrebbe fare.
Non sappiamo cosa lo aspetterà di la, sappiamo solo che uno spirito come il suo non vagherà nel nulla abbandonato a se stesso, vecchi amici, antichi guerrieri e grandi combattenti saranno li ad aspettarlo pronti ad allenarsi con lui e a ridere delle sue storie proprio come facevamo tutti noi in palestra.

Per cui niente lacrime o discorsi tristi, avrebbe odiato tutto questo.
Ti ricorderemo proprio come eri, un possente lupo travestito da piccolo uomo simpatico, con il sorriso spalancato sotto quei folti baffi neri.

Mi sento di parlare a nome di tutti i tuoi allievi quando ti dico grazie per quello che eri e per quello che ci hai dato.