Studio, ricerca e perfezionamento sul mondo delle Arti Marziali e del Combattimento
"ARTE": nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
"MARZIALE": relativo a Marte, dio della Guerra; tutto ciò che riguarda la guerra.



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domenica 7 settembre 2008

Sfogo 2

E' un bel pò di tempo che non scrivo qual'cosina qui sul blog...
Era anche ora dai...
In questo allegro e festoso clima olimpico che si è da poco concluso, non ho potuto fare a meno di notare le Arti Marziali presenti nelle discipline in gara ed il modo in cui sono state presentate al pubblico televisivo.
Da buon artista marziale, guardavo, anzi, osservavo le competizioni fra i vari atleti.
Ed io che ho solo 23 anni, mi sono reso conto di come le Arti Marziali abbiano perso la loro essenza primaria.
Le Arti Marziali in clima olimpico, non sono più Arti ma sport.
Un'Arte di per se mantiene intatta tutta la cultura dell'esperienza dei maestri che l'hanno sviluppata nei secoli.
Un esempio classico lo possiamo trovare nel Tae Kwon Do. Allora, una gara fatta fra due atleti conciati in quel modo è pressochè ridicola.
Dobbiamo tenere presente che ci sono 2 combattenti esperti che si fronteggiano non 2 persone completamente inesperte, credo che le protezioni siano un pò troppo eccessive: i parastinchi ci stanno, anche i guantini ed il paradenti, e se vogliamo, anche il caschetto.
Il corpetto è completamente inutile.
Voglio dire, a cosa serve il corpetto?
Due esperti che si fronteggiano, e sottolineo esperti, dovrebbero essere in grado di parare, schivare o perlomeno incassare i colpi, il corpetto rende molto difficile il movimento in generale di qualsiasi atleta. Purtroppo i regolamenti lo impongono.
Se vogliamo anche il caschetto è inutile, intanto toglie una buona parte della visuale, questo vuol dire essere molto più a rischio nel prendere in pieno i colpi circolari, che essi siano calci o pugni (esperienza personale); e poi, a cosa serve se non si può colpire l'avversario al volto con i pugni?
Che razza di assurdità.
Il Tae Kwon Do ha un bell'arsenale di tecniche di pugno, è sbagliatissimo credere che quest'Arte Marziale è basata solamente sulle tecniche di calcio.
Certo, i calci vengono sviluppati maggiormente, ma anche i pugni o le tecniche di mano hanno la loro importanza in quest'Arte.
Purtroppo molti Maestri (o quelli che si reputano tali) preparano i loro alievi solo all'utilizzo delle tecniche di gamba tralasciando completamente l'utilizzo delle tecnche di mano.
E anche per questo che molti atleti in gara utilizzano quella guardia assurda a livello dell'addome: il metodo più veloce per prendersi un bell'arsenale di colpi al viso o in testa.
E questo non capita solo a livello olimpico ma nella maggior parte delle gare di questa incredibile Arte Marziale dalla cultura millenaria.
Ora, se prendiamo ad esempio il caso eccezionale dell'atleta che si è scagliato contro l'arbitro durante una delle ultime gare, vediamo come la cultura di un'Arte Marziale e della nazione in cui essa è stata creata, passino in secondo piano.
Un Maestro, per definirsi tale, dovrebbe avere una certa esperienza nel settore.
Dovrebbe conoscere ad un livello abbastanza alto la propria Arte (non alla perfezione, poichè la perfezione nelle Arti Marziali non si ottiene mai), e soprattutto la filosofia attorno a cui gira tutta l'Arte Marziale.
Sarebbe come praticare Kung Fu senza conoscere il significato del Tao e di Ying e Yang: praticamente inutile.
Il Maestro è colui che "dirige" l'alievo, gli fa da guida, NON insegna solo le tecniche, NON corregge solo l'alievo quando sbaglia, NON insegna solo come far male.
Il VERO Maestro dirige il proprio alievo verso una strada giusta, serena e di bontà, insegna innanzitutto il rispetto verso se stesso e verso i compagni, che essi siano di grado superiore o inferiore, insegna l'umiltà, insegna ad utilizzare le tecniche solo in caso di necessità, sia che esse servano per distruggere o per guarire.
Ora, oltre ad aver squalificato l'atleta ed il proprio allenatore dalle gare a vita, io avrei fatto due chiacchiere anche con il maestro di questo atleta.
Ok, la decisione dell'arbitro è sbagliata, però non è un buon motivo per insultare, minacciare e colpire un arbitro.

Il Judo è sempre stato molto screditato poichè è difficile comprenderlo da persone non esperte.
Il Judo ha una tradizione molto antica e vanta un posto molto rilevante nella cultura giapponese.
Purtroppo nelle gare si vedeono semplicemente gli atleti che si strattonano sercando di gettare il rivale al suolo. Quello che la gente non capisce è che ci sono 2 esperti di alto livello che stanno combattendo ed è come una gara di formla 1: se le macchine ed i piloti sono tutti più o meno allo stesso livello, ecco che il tutto diventa noioso e sembra tutto così monotono. E' un discorso difficile da comprendere e difficile da spiegare.
Se difronte all'atleta esperto ci fosse una persona comune l'incontro durerebbe al massimo un paio di secondi.

Purtroppo le Arti MArziali non sono più viste come filosofia di vita ma stanno perdendo sempre di più significato man mano che il tempo passa, oramai sono viste come metodo di difesa oppure addirittura come metodo per migliorare l'aspetto fisico, per "mettere su muscoli" o per "snellire le curve in eccesso"...
Per fortuna esistono ancora dei Maestri che mantengono vive le tradizioni ed insegnano la pura essenza delle Arti Marziali: come affrontare la vita di tutti i giorni.

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